Desidero innanzi tutto salutare e ringraziare per la loro presenza, le Autorità intervenute.
In particolare:
Il Sostituto Procuratore della Repubblica dr DE LORENZI,
Il Senatore MAURIZIO CASTRO,
il Vicepresidente della Provincia di Treviso, FLORIANO ZAMBON
il consigliere regionale MARCO ZABOTTI
il comandante del 1° FOD, generale MARIO MARIOLI,
il comandante dei Supporti delle Forze Operative Terrestri, generale ROCCO PANUNZI,
il gen BARACCHINI CAPUTI per il Commissariato per le Onoranze ai Caduti in Guerra,
Il questore di Treviso Dr. CARMINE DAMIANO,
i comandanti provinciali dei Carabinieri col. FABRIZIO BERNARDINI ,
della Guardia di Finanza col CLAUDIO PASCUCCI
del Corpo Forestale dello Stato col GUIDO SPADA
il Dott Michele Campanaro in rappresentanza del sig. Prefetto di Treviso,
il comandante della Compagnia Carabinieri di Vittorio Veneto, cap. CARRARO
Saluto il Presidente di Fondazione Cassamarca on. Dino DE POLI,
Rivolgo un saluto particolare agli ospiti, degli altri Paesi europei:
il rappresentante del Parlamento austriaco e presidente della Schwarzes Kreuz, On PETER RIESER,
l’Ambasciatore della Repubblica di Slovacchia, sig. STANISLAV VALLO.
Il Console Generale d’Austria , Signora HUNTERSTEINER,
Il Console Generale di Romania, sig.DANIEL DINA
IL Console Generale di Croazia, signora MIRIANA MATONIC,
il Console di Polonia in Austria, sig.GEROLD ORTNER,
il. ViceConsole di Polonia, signora GRAZINA BOSAK GAGCKA,
il 2°segretario della Ambasciata della Repubblica Ceca, sig. SPANIK,
l’Addetto militare presso l’ambasciata di Ungheria, Ten Col. IEL MECI,
il Kuratore della Schwarzes Kreuz d’Austria, signora INGRID KOINER
il Sindaco della città di Weisskirchen, ……………………..
i rappresentanti delle Forze Armate austriache, col ALESCH DIETER e col. GERHARD SCHWEIGER
Sono presenti e saluto i rappresentanti della Famiglia Asburgo, l’arciduca Georg Von Ausburg e la Principessa Anita Furstin von Hobenger,
Saluto anche e ringrazio per la loro presenza, i Sindaci e loro rappresentanti dei Comuni di Vittorio Veneto, Farra di Soligo, Conegliano, Pieve di Soligo, Altivole, Miane, Cison di Valmarino, Tarzo, Refrontolo, Moriago della Battaglia, San Pietro di Feletto, Sernaglia della Battaglia, Pederobba, Vazzola, Giavera del Montello, Vidor, Valdobbiadene, Susegana, Mel,
_le rappresentanze delle istituzioni e delle Associazioni combattentistiche e d’Arma di Austria, Cechia, Slovenia,Ungheria e la rappresentanza dell’Istituto di Storia Militare di Budapest.
_i Gruppi Alpini della sezione di Vittorio Veneto ed i Gruppi dei paesi vicini, le rappresentanze degli Artiglieri, dei Carabinieri in Congedo, della Croce Rossa, dell’Unione Nazionale Ufficiali in Congedo e delle altre Associazioni d’Arma presenti
Saluto e ringrazio per il loro contributo alla giornata di oggi, i celebrantila funzione religiosa, mons.ANTON SCHNEIDER, mons. ……………………………… e padre ERMENEGILDO ZORDAN, gli Alpini ed Artiglieri di Follina e di Valmareno, la Banda musicale di Weisskirchen, la Banda di Follina, il Museo del Piave ed il Comitato imprenditori Veneti “Piave 2000”, la ditta Matteo Lot e la società Villa Abbazia;
Un saluto infine ed un grazie a tutti i cittadini presenti.
Mio tramite portano il loro saluto a tutti i convenuti:
il Presidente della Camera dei Deputati, on. FINI, che delega a rappresentarlo il sen Castro;
il Ministero degli Affari Esteri,
L’Ambasciatore della Repubblica di Germania,
l’Ambasciatore di Ucraina,
il Ministro della Difesa di Ungheria,
il Console Generale di Ungheria a Trieste,
il Dott. OTTO d’ASBURGO.
Quattro anni fa è maturata la volontà di recuperare questo cimitero militare austroungarico, al quale la Storia ha voluto legare il destino ed il ricordo di tanti soldati della 1° Guerra Mondiale.
Oggi, nel 90°dalla fine della Grande Guerra, ci troviamo qui, per riconsegnarlo alla sua destinazione naturale, grazie all’impegno ed alla collaborazione di tanti che nel corso di questi quattro anni vi si sono dedicati con determinazione e che, in questa circostanza, sento il dovere di nominare e di ringraziare:
_ innanzi tutto gli Alpini del Gruppo di Follina, per un anno impegnati a setacciare il terreno ed a ricomporre le spoglie di ogni Caduto. E con gli alpini, Francesco Frigimelica, Fabio Tura, Walter Casagrande ed altri;
_ gli amici della Schwarzes Kreuz , guidati dal Kurator PETER BARNTHALER, che i tanti giorni hanno dedicato al recupero del muro perimetrale;
_ il Governo austriaco, attraverso la Schwarzes Kreuz, per il suo contribuito finanziario;
_ il prof. Roberto Tessari, uno dei promotori dell’iniziativa, attivo nei lavori di scavo, ed autore del volume “ Il Cimitero Austroungarico di Follina”,
_ il col. Guido Spada, uno dei promotori di questa riscoperta, impegnato in ogni fase del recupero;
_ il Gr. Uff. Enzo Lorenzon, determinante nella promozione del progetto.
_ le ditte Tomasi e Bisol per il contributo di mezzi durante gli scavi;
_ gli Alpini di Valmareno,
_ la Banca Prealpi, Veneto Banca e la La banca Friuladria, per il loro contributo economico;
Ma VA DETTO SOPRATTUTTO che, se siamo qui oggi ad inaugurare questo monumento, è grazie alla sensibilità ed alla disponibilità dell’On.le Dino De Poli, Presidente di Fondazione Cassamarca, che fin dall’inizio ha dichiarato il proprio interesse per l’iniziativa; ne ha affidata la progettazione al prof.Portoghesi , ed ha messo a disposizione le risorse necessarie per realizzarla.
Grazie Presidente!
Con la cerimonia odierna, riponiamo all’ interno di questo monumento-sacrario, le spoglie di 77 soldati dell’esercito austroungarico, sepolti tra il 1917 ed il 1918 in questo cimitero militare insieme ad altri 900 loro compagni che in parte ancora qui si trovano.
Uomini caduti sul fronte del Piave combattendo contro altri uomini, anche loro caduti in grande numero nell’adempimento del loro dovere e di cui il fiume, diventato il simbolo del ricordo di quella guerra, ha voluto mescolare il sangue, in un abbraccio di morte e di riconciliazione.
Le Guerre, sono eventi che sconvolgono la vita dei singoli e delle Comunità,.
Alla fine, sul campo di battaglia ritorna il silenzio.
Dall’una e dall’altra parte restano la sofferenza, il dolore, la morte.
La vittoria più grande non è quella che una delle parti celebra dopo il silenzio del campo di battaglia;
la vittoria più grande è quella che si celebra quando , come oggi, uniformi che si sono combattute aspramente in nome del dovere e dell’onore, si stringono insieme, con rinnovata amicizia, in un abbraccio fraterno, intorno ai Caduti dell’una e dell’altra parte, per onorarli e per riflettere.
In questo momento, quando diventano sudario, le Bandiere non hanno più colori.
Io credo che il significato vero, profondo, della giornata di oggi, vada ricercato nelle parole: dignità e fratellanza.
Dignità che restituiamo ad uomini caduti per il dovere e che era stata loro sottratta dall’oblio nel quale li avevamo relegati.
Dignità che riscattiamo a noi stessi, dando loro rispettosa sepoltura; la stessa sepoltura e lo stesso rispetto che vorremmo fossero riservati a tanti figli della nostra Patria sepolti in terra straniera.
Fratellanza, perché questo monumento vuole essere:
- casa comune per tutti coloro che ancora riposano e riposeranno in futuro, in questo campo, stretti nell’abbraccio delle loro bandiere,
- vuole essere testimonianza del rispetto dovuto ad uomini che hanno pagato con la vita il loro senso del dovere,
_ ma vuole soprattutto essere simbolo di riconciliazione fra i popoli, un tempo in guerra ed oggi uniti da sentimenti di fraterna amicizia ed impegnati a costruire una Patria comune.