Cippo a Ponte della Priula

Lettera al Presidente della Provincia di Treviso
dott. Leonardo MURARO
31100 Treviso

Susegana, 17 marzo 2014


Oggetto: Cippo commemorativo per l’efferato eccidio del 1945 sul Piave.

Sig. Presidente Muraro, Le scrivo per segnalerLe un'iniziativa molto mportante dell'Associazione "Sassi del Piave" di Spresiano, che ha pubblicato un libro di mix di testi e immagini dal titolo "La Piave - annotazioni tra natura, storia e attualità" e in una pagina ricorda una preziosa testimonianza di una signora ancora vivente, il dramma di 113 miliziani della R.S.I. trucidati a tradimento, a guerra civile terminata sulla riva sinistra del Piave nel maggio 1945 a Ponte della Priula. L’ordine delle condanne a morte partito da Oderzo (casa cristiana del Brandolini) con barbariche esecuzioni sul Monticano, Piave e a Mignagola e a Ponte della Priula vicino all'argine del Piave, per quanto avvenuto il 1° e 15 maggio 1945: uccisi 113 militari della R.S.I.
Il cippo commemorativo "dimenticato anche dalla pietà umana" attende che queste vittime della follia vendicativa escano dal dimenticatoio e trovino finalmente il conforto di una visita, di una riflessione e di un gesto di pietà.
Auspichiamo che Lei si faccia parte attiva nel distribuire questi libri in tutte le Biblioteche della Provincia di Treviso, della Regione del Veneto e divulghi e promuova la presentazione in luoghi di cultura.
Inoltre Le rivolgiamo un appello perché il luogo, in cui è collocato il Cippo, venga ripulito da rovi, rifiuti e corone abbandonate e restaurare il monumento (con colonnine spezzate) mettendo dei cartelli indicativi in modo di poterlo raggiungere dal centro abitato di Ponte della Priula e lungo l'argine del Piave, mettendo una targa con tutti i nomi dei caduti, padri di famiglia e ragazzini di 15/16 anni, al Cippo e al cimitero, dedicando una Via pedonale sull'argine a queste persone trucidate, alcune lasciate gravemente ferite a rantolare per lungo tempo fino alla morte, un corpo adagiato sull'altro per lungo tempo prima di essere portate in cimitero a Susegana e seppellite.
Signor Presidente, Le chiedo di fare una ricerca per verificare se tutte le salme riposino nella stessa grande tomba comune, che ha una lapide che recita: “Accogli o Signore nel Tuo abbraccio divino questi tuoi figli caduti per la Patria”.
Sulle pareti del Sacrario, realizzato dalla Federazione Naz. Combattenti R.S.I. Gruppo Provinciale L. Mion di Treviso, sono state apposte 6 grandi parole tutte uguali: “Presente”, senza scrivere date, nomi e l’età delle vittime. I nomi delle vittime dell’eccidio si possono trovare in un libro dello scrittore Antonio Serena, che ha trattato ampiamente questa questione. Un bassorilievo in bronzo rievoca la ferocità delle esecuzioni, avvenuta di notte sparando all’impazzata tra un movimento convulso di persone inermi bloccate dopo essere state scaricate dai mezzi arrivati da Oderzo.
All’entrata del cimitero di Susegana ci sono alcune frecce che indicano il Sacrario ai Caduti della Seconda Guerra Mondiale, ma non c’è nessuna indicazione per il secondo Sacrario che si trova al piano superiore.
Le chiediamo di dare a questo “eccidio” la stessa importanza che è stata a quello di Codevigo (esecuzione sommaria di 114/136 persone), definendolo “Eccidio del Piave a Ponte della Priula”, creando uno spazio almeno di 1000 metri quadri per un luogo di riflessione su questa vicenda a lungo domenticata e dove i sassi ricordano il sangue versato dalle vittime. Le chiedo altresì un incontro per presentarLe questo libro.
Probabilmente in provincia di Treviso, analizzando tutti i fatti della Seconda Guerra Mondiale, abbiamo avuto il nostro olocausto.
Diotisalvi Perin