Fiume Piave

Manutenzione e rettifica dell'alveo

Lettera pubblicata su "la Tribuna di Treviso" il 2 luglio 2013

Legambiente: «Sulle sponde del Piave allarme erosione»

MASERADA. Un’erosione eccezionale, che mette in crisi agricoltori e chi vive tutti i giorni il Piave. La denuncia il circolo Legambiente Piavenire, che si appresta venerdì a ospitare uno spettacolo di Gian Antonio Stella, proprio sul deturpamento del Piave e di altri beni ambientali. «Le morbide primaverili del Piave», spiega Fausto Pozzobon di Piavenire, «hanno dimostrato che le ipotesi dei tecnici del Genio civile non poggiavano su alcun dato oggettivo. Dopo due anni di interventi in alveo, la sistemazione idraulica dei letti del fiume, sia a Maserada che a Cimadolmo, non è stata realizzata, tanto che i processi di erosione si sono accentuati e costituiscono un notevole problema in varie parti delle rive fluviali».

Lo stesso fenomeno è stato registrato anche più a valle, vicino a Ponte di Piave, dove alcune rive su cui poggiavano dei vigneti sono crollate. Eppure la regimazione del fiume e i consolidamenti realizzati sulle sponde avrebbero, secondo i tecnici, dovuto migliorare la sicurezza. «Si pensava in maniera infantile», prosegue Pozzobon, «che aprendo un canalone al centro degli alvei l’acqua del fiume si sarebbe posizionata tranquilla lontano dalle opere di difesa delle rive, ma così non è stato. Ora le strutture di molti vigneti sono state intaccate da processi erosivi, le difese di ingegneria naturalistica, realizzate qualche anno fa dallo stesso Genio, sono state divelte dalla corrente e opere pubbliche, tra cui la strada provinciale parallela al corso del fiume in Sinistra Piave, sono minacciate dall’avanzare dell’erosione».
Ed è proprio sullo scempio delle bellezze d’Italia che si concentrerà lo spettacolo, a metà tra musica e teatro, che si terrà venerdì alle 21 alla fine di via del Passo, sul letto del Piave a Saletto di Breda. (f. cip.)


Lettera inviata al Genio Civile di Treviso dal Comitato Imprenditori Veneti "Piave 2000" e dal Museo del Piave

Ponte della Priula, 3 luglio 2013 - Lettera aperta

Spett.le Unità di progetto Genio Civile di Treviso - dott. Alvise Luchetta
Via De Gasperi, 1 - 31100 Treviso

In riferimento all’articolo pubblicato su “la Tribuna di Treviso” il 2 luglio 2013 e intitolato "Sulle sponde del Piave allarme erosione", dove vengono ingiustamente colpevolizzati i lavori di manutenzione eseguiti sotto la vostra direzione, vorrei dire la mia opinione in merito.
Questi signori, purtroppo, non sanno che per la sicurezza idraulica dei fiumi non dovrebbero mettere lingua, ricordando che al tempo della Serenissima Repubblica chi voleva contrastare veniva messo ai piombi. Proporrei che a questi personaggi venisse data l'opportunità di salire su una piattaforma in mezzo all'impeto della corrente del fiume allorché arrivi una piena, e poi vediamo se avranno il coraggio nel continuare a dire stupidaggini.
A questi signori manca la responsabilità e quindi fa loro comodo dire a qualcuno che è meglio prendere compensi per portare scolari in mezzo alla folta vegetazione e grandi alberi, mai esistiti prima dell'alluvione del 1966, ma fregandosene di quanto fa l'Università di Idraulica di Padova concernente studi e ricerche per la manutenzione, regimazione e regimentazione di torrenti, fiumi, e non solo, ricordiamo che piene di 5.500 metri cubi al secondo, come quella del 4 novembre 1966, possono ritornare e, alle condizioni attuali di manutenzione ridotte al lumicino, molte zone rivierasche verranno, purtroppo, alluvionate.
Queste persone in definitiva vivono giocando sul bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto, non conoscono la storia e non sanno di responsabilità idraulica, vivacchiano andando alla ricerca di rose del Piave.
Parlando di cose serie, vi esortiamo a continuare a rettificare il fiume a norma di legge perché alle prossime piene le erosioni, causate dai vortici e doppi vortici derivanti da grosse piante che infestano il letto del fiume, fanno deviare il corso del fiume nelle rive opposte, come in effetti sta succedendo a valle di Cimadolmo e Maserada e non solo, dove i vigneti vengono erosi e i proprietari sanno bene di averli piantati nel letto del fiume, sapendo che il corso dell'acqua in caso di maggiori portate può distruggerli senza recriminazione di sorta.
Speriamo che a causa delle isole alberate fuori legge, che qualcuno vuole proteggere, non vengano erose le varie abitazioni, i ristoranti, le trattorie che si trovano nel letto del Piave a Papadopoli o "al Traghetto", "da Pino" o "Ai Sette Nani", ecc.
Questa tematica l'abbiamo fotografata alcuni giorni fa dove ci era stato segnalato un cimelio che, a una più attenta analisi, si è trattato di un cassone metallico senza valore.
Si ringrazia per l'attenzione.
Cogliamo l'occasione per porgere distinti saluti.