Lega Cambrai a Borgo Malanotte - Tezze di Vazzola (TV)

Iniziativa del:Museo del Piave “Vincenzo Colognese”
Comitato Imprenditori Veneti “Piave 2000”
Gruppo Archeologico del Montello







Serata storico-culturale nel 500° ANNIVERSARIO della
GUERRA della LEGA DI CAMBRAI

    La guerra di Cambrai è un argomento quasi estraneo alla storiografia corrente, pochi i libri o saggi che riguardano questa immane tragedia che ha investito il territorio veneto all’inizio del XVI secolo.
    Anche recentemente nell’anniversario dei cinquecento anni dall’inizio della guerra, poche e sporadiche le conferenze o le manifestazioni fatte in ricorrenza di tale avvenimento, noi come GAM abbiamo pensato sia giusto ricordare almeno nell’ambito del 5° centenario i fatti che hanno interessato la nostra terra.
    Secondo la nostra opinione la lega che nel 1508 assemblò tutti, o quasi i paesi europei contro Venezia; è stato un atto  di ignominia  da parte di quella Europa che si vantava di essere il paese più civile e moderno del Mondo, che se da una parte si giustificava con le mire espansionistiche di Venezia in Italia e nel  mare Egeo, da un altro lato, riconosceva indirettamente che la Repubblica dei Veneti era alla pari dei grandi stati europei co-me Francia, Germania o Spa-gna.
    Quindi questo popolo veniva riconosciuto come appartenente legittimo alla nazione europea detta Venezia.
    È probabilmente questo il motivo  della non curanza degli organi ufficiali della cultura su questa parte della storia veneta, che porta lontano, forse ricordare questi fatti, è sinonimo degli ideali di patria di una intera comunità.
    L’attaccamento che le città della Repubblica dimostravano a Venezia, è segno della comune appartenenza ad uno stato libero ed indipendente, ma anche la grandezza della politica veneziana; lo si dimostra quando Venezia, nell’incomben-za del disastro dopo la battaglia di Agnadello, scioglie le varie sue città dall’obbligo di fedeltà che a lei le univa, evitando così disastri, distruzioni e morti.
    Sono cose che sembrano uscite dalla filosofia del XX se-colo, e non cinquecento anni fa.
    Un altro elemento è da por-re in analisi ed è la pretesa, del resto, mai assopita, che lo stato tedesco si vede in diritto come detentore dell’eredità Carolingia di considerare la terra veneta come sua esclusiva proprietà.
    Si spiega così la vergognosa guerra combattuta da Mas-similiano, ma anche dai suoi predecessori contro Venezia, per fortuna senza grandi risultati, ponendo in campo anche le manovre con il Turco, o con i vari emissari imperiali, come i Carraresi, gli Scaligeri, o i Mila-nesi, per eliminare Venezia.
    Ma anche il Papa nella figura di Giulio II della Rovere, è un altro elemento meschino nella lotta contro la Repubblica. Il motivo scatenante all’alleanza con Francia e Impero, viene giustificato alla presa delle città della Romagna; in fondo Ve-nezia aveva occupato quelle terre già dominate dalla ingordigia del figlio del Papa Alessan-dro VI il Valentino, perché gli abitanti di Rimini, Cervia, Faen-za, Forlì e Cesena avevano chiesto l’annessione a Venezia stanchi dei soprusi papali.
    Ravenna era stata da sempre veneziana in quanto economicamente dipendente da Venezia, sin dal Medioevo ed era sotto la Repubblica sin dal 1541. Ma la figura religiosa del Papa e della chiesa romana fanno credere, che se Venezia avesse aderito alle credenze luterane, avrebbe fatto sicuramente un atto giusto.
    Ed è proprio la nomina del Vescovo di Vicenza, che porta alla rottura con il pontefice che voleva avere la prerogativa sulla nomina del presule.
    Cambrai riuscirà a porre Venezia nella supremazia sul Papa nella nomina dei suoi vescovi, saranno infatti tutti pa-trizi della Repubblica, prima di tutto San Marco poi il Papa.
    Un altro fatto, che ci fa considerare la odierna cecità su Cambrai, e la dimenticanza delle migliaia di morti che hanno dato la loro vita per la Patria, Trevigiani, Bresciani, Ra-vennati, Bergamaschi, Friulani ecc. ecc., centinaia di giovani contadini che combattevano volontari questa guerra che portò distruzioni e lutti nella nostra terra. Ma è a Feltre che tutti noi dobbiamo guardare per ben due volte distrutta dalla furia tedesca, Feltre città martire centinaia, forse migliaia i mor-ti. Feltre è l’emblema di quella guerra che voleva annientarci, sarebbe giusto ed opportuno che la città dedicasse una piazza ai martiri della guerra di Cambrai.
    Abbiamo portato in giro per la Marca questa celebrazione, ricordando i fatti più salienti successi nel nostro territorio cinquecento anni fa, lo abbiamo fatto sul Montello, al Museo del Piave “Vincenzo Cologne-se” di Caorera di Vas e a Ca-stelnuovo di Quero (ricordando con una cerimonia i 50 soldati uccisi, depositando una corona di alloro nelle acque del Piave, ricordando il miracolo di San Girolamo dove le catene con le quali era imprigionato, sono custodite a Treviso nella chiesa della “Madonna Granda”) ed ora a Susegana, in casa dei Collalto. (Vedi sito     www.museodelpiave.it)
    Qui la guerra è stata meno dura che altrove, sia perché questo paese era protetto dall’esercito dei Conti, che vantavano una propria indipendenza  amministrativa e militare.
    Il loro comportamento non fu sempre limpido, anzi, parteggiavamo senza ritegno per i legati di Cambrai, ospitando nella loro dimora i capi dell’esercito avverso.
    Susegana non fu sottoposta a razzie ed incendi come altri luoghi, ma sicuramente, la sua popolazione parteggiava per la Repubblica essendo anche in casa Collalto la servitù fonte di informazioni segrete per l’esercito veneto.

Tarcisio Zanchetta


    Anche la sinistra Piave ebbe i suoi momenti tragici in quella guerra che cercheremo di far rivivere venerdì 13 Aprile a Su-segana e il 24 aprile, vigilia della Festa di San Marco, nostro protettore, a Borgo Malanotte, in Villa Dirce a Tezze di Piave (Vaz-zola) nell’ambito della manifestazione “Primavera in Borgo Ma-lanotte” alle ore 19.00 e alle ore 20.30 seguirà una cena con l’asparago bianco di Cimadolmo I.G.P. e i prodotti tipici Borgo Malanotte.
www.borgomalanotte.it

Diotisalvi Perin
Cavaliere di San Marco








Nelle foto la cerimonia svoltasi a Castelnuovo di Quero alla presenza di numerosi cittadini, compresi i ragazzi ospiti dei Padri Somaschi.
La cerimonia è iniziata alle ore 22.30 con il ricordo dei 50 soldati uccisi, con un rintocco di campana alla lettura di ogni nome.
È poi continuata con la benedizione della corona d’alloro che poi è stata depositata sulle acque della Piave
ricordando il miracolo di San Girolamo Miani, dove le catene con le quali era imprigionato
sono custodite a Treviso nella chiesa della “Ma-donna Granda”).
(Prossimamente sarà possibile vedere la cerimonia nel sito del Museo e su You Tube).