Vajont - Martinelli intervista


Intervista al regista Renzo Martinelli sulla preparazione del film su padre Marco d’Aviano:
September 11, 1683

L’Assedio di Vienna


    Buongiorno Martinelli, fra poco inizieranno le riprese per il film su Padre Marco d’Aviano e la Battaglia di Vienna, che salvò l’Europa Cristiana dall’invasione islamica nel 1683. Finalmente un grande regista decide di affrontare, con un parallelo storico di oltre tre secoli, il rapporto fra islam e Occidente che minaccia la nostra identità cristiana. Il film rivaluta la straordinaria figura di questo cappuccino, poco nota rispetto alla grandezza del personaggio. Quando è nata l’idea di girare questo film?
   
    L’idea è nata una decina di anni fa all’anteprima della proiezione del film Vajont, proprio sulla diga. Lì incontrai Diotisalvi Perin, imprenditore che realizza gruppi elettrogeni e iniziative culturali, storiche, ed ha collaborato al film Vajont. Nel luogo dove si stava predisponendo in anteprima  la proiezione del film  imperversava pioggia da diversi giorni; il Sig. Perin vedendoci molto preoccupati per l’esito negativo delle tre serate che avrebbero portato migliaia di persone comodamente sedute sulla frana, si avvicinò e disse “no ghe ne problemi, ghe pense mi a interceder co Padre Marco perché el ne porte bel temp” e mi regalò un libro appena stampato “Mezzaluna e Croce”, che parla di Marco d’Aviano, proponendolo come tema per un prossimo film. Il tempo in poche ore si fece bello e dall’8 Ottobre al 12 abbiamo proiettato il film con un cielo stellato e una temperatura piacevole.

    Una genesi molto lunga quindi…   
    I tempi lunghi sono dovuti anche alla poca notorietà del personaggio rispetto al suo immenso valore. Se chiediamo a dieci italiani colti chi fu Marco d’Aviano, pochi sanno dare una risposta esatta. Noi italiani non sappiamo valorizzare i nostri grandi connazionali. La convinzione dell’importanza di realizzare questo film nasce dalla volontà di far conoscere che l’Europa cristiana è stata salvata grazie a questo personaggio.

    Perché questo straordinario Frate è così trascurato dalla storia e dalla Chiesa?   
Marco d’Aviano è stato un grande uomo di Chiesa, ma un uomo di Chiesa scomodo perché si era reso conto che in quel momento storico occorreva difendere la cristianità da un assalto che sarebbe stato devastante. La sua grande intuizione non fu solo quella di ubbidire all’ordine di Papa Innocenzo ma convincere i regnanti di allora a mettere da parte le divisioni ed unirsi nella Lega Santa affidando il comando dell’esercito all’unico vero stratega militare, il re polacco Sobieski.
    Nel 1683 c’era un’Europa sfinita dalla guerra dei 30 anni, rassegnata, che aveva smarrito la propria identità cristiana, esattamente come quella di oggi. Questa è la grande attualità.

    Come sarebbe oggi l’Europa se non ci fosse stato questo grande frate?   
Oggi l’Europa avrebbe un destino diverso se non ci fosse stato Marco d’Aviano. Probabilmente le nostre donne girerebbero con il burqa. L’Europa fatta di libertà di pensiero, di espressione, di culto, oggi avrebbe un volto diverso. L’obiettivo dichiarato di Maometto IV e di Kara Mustafa, il suo condottiero militare, non era solo quello di assediare Vienna, che tutti chiamavano la mela d’oro, come la grande mela newyorkese, ma di scendere col proprio esercito fino a Roma e trasformare la Basilica di San Pietro in una moschea, esattamente come avevano fatto molti anni prima trasformando la bellissima basilica di Santa Sofia a Costantinopoli in moschea. Questo era l’obiettivo dichiarato.

  Il titolo del film è fortemente evocativo. 11 settembre 1683. E riporta alla mente un altro terribile 11 settembre…   
L’11 settembre 2001 ci fu l’attacco alle Torri Gemelle a New York da parte dei terroristi musulmani. Il giorno dopo il più grande islamologo vivente, Bernard Lewis, scrisse sul New York Times: “Attenzione che la data dell’attacco non è casuale”.
Bernard Lewis fu il primo intellettuale a collegare l’attacco alle Torri alla grande sconfitta di Vienna. L’11 settembre 1683 rappresenta il punto più alto di penetrazione musulmana in Europa. L’esercito turco aveva ormai la vittoria in mano, il giorno successivo i 300mila musulmani che assediavano Vienna furono sconfitti da 70mila cristiani fedeli. Per quella cultura fu una ferita che non si è mai rimarginata.   
Il grande arretramento musulmano inizia dopo l’11 settembre 1683. Ecco il perché di questo titolo così evocativo.

    Il film da quanto sappiamo avrà una rilevanza mondiale…   
Sarà un film con un cast internazionale di rilievo. Verrà girato in inglese e tradotto in varie lingue. In Italia dopo una uscita nelle sale cinematografiche, “September Eleven 1683” sarà trasmesso su Rai Uno. Per l’occasione sarà realizzata una versione più completa, due puntate da 120 minuti, trasmessa in due serate.
    Le riprese del film inizieranno nelle prossime settimane.

  Nella nostra società dove la Chiesa sembra aver smarrito la propria autorevolezza e dove prevale un atteggiamento buonista, questo film sembra destinato a far parlare molto di sé….   
È un film scomodo, politically uncorrect. 
Un progetto che porterà ad un dibattito fortissimo, nel bene e nel male. Sarà un film molto attaccato perché il modo di pensare corrente è basato sulla apertura alle altre culture, su quella tolleranza che non può che portare allo smarrire la nostra identità e porta a fenomeni che io non condivido in modo assoluto, come quelle maestre italiane che non fanno il presepe per timore di offendere i musulmani presenti in classe, che tolgono il crocifisso dalle pareti. Io trovo questi fatti pericolosissimi. Così come pericoloso è consentire a 4mila musulmani di riempire Piazza Duomo a Milano per pregare senza intervenire con la forza pubblica. Consentire tutto questo significa non conoscere quella cultura. Per il mondo musulmano, dove la comunità musulmana prega, quel posto diventa territorio musulmano. Noi occidentali continuiamo a dare segnali di debolezza. Bisogna avere consapevolezza della nostra identità, dei nostri valori cristiani, da difendere a spada tratta. Questo è l’insegnamento che deve arrivare dal film. Il rancore verso l’Occidente non nasce con gli americani, ma affonda le proprie radici secoli prima. Lo scopo del film è far capire attraverso la Battaglia di Vienna i fili rossi che legano tutti gli altri che hanno portato all’attacco alle Torri.

   Dopo oltre tre secoli Marco d’Aviano è tornato nelle terre trevigiane a Vallonto di Fontanelle, con una grande statua voluta da Diotisalvi Perin e collaboratori, e tornerà su scala mondiale, grazie al film, per risvegliare come allora le nostre coscienze, portandoci un chiaro messaggio: salviamo le nostre radici cristiane. Cosa rischia l’Europa di oggi?   
Quanto più noi smarriremmo la nostra identità, quanto più lentamente verremo fagocitati. Noi abbiamo la presunzione d’eternità. Abbiamo i computer, internet, le macchine, siamo convinti di essere eterni. Ma ci sono state civiltà molto più forti della nostra che sono scomparse. Se avessimo detto ad un cadetto dell’impero austroungarico “fra cento anni la vostra civiltà sarà scomparsa”, ci avrebbe riso in faccia. Eppure sono scomparsi. E sono scomparse civiltà molto più forti della nostra, che hanno smarrito la loro identità. Questo è il destino che ci aspetta sul lungo periodo. Siamo stati capaci di scrivere la Costituzione Europea formata da 80mila parole senza citare l’aggettivo “Cristiana”. E nessun intellettuale d’Europa ha avuto il coraggio di dire: “Ma siete matti!”.
   
La mia intima speranza è che questa cultura musulmana imploda dall’interno, altrimenti difficilmente saremo noi in grado di fermarli. Oggi ci sono mezzi come internet che fanno giungere anche a loro delle informazioni dal mondo esterno. Le donne musulmane, a differenza di qualche anno fa, sanno cosa accade in Occidente.
   
La forza del Corano è la sua immutabilità, la sua totale applicazione, che per loro è ritenuto essere sceso direttamente dall’alto su Maometto.
   
Noi con il Cristianesimo siamo passati attraverso l’Illuminismo e la Rivoluzione Francese e abbiamo storicizzato la memoria di Cristo.
   
Il rischio per la civiltà cristiana è, fra un secolo e mezzo, di essere scomparsa in nome dell’islamizzazione dell’Europa. Ricordiamo Padre Marco d’Aviano e svegliamo le nostre coscienze!

Alessandro Biz