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Un film su Padre Marco d'Aviano

Ringrazio di cuore il regista Renzo Martinelli per avermi concesso l'onore di essere incluso nel set per la realizzazione del kolossal "September eleven 1683", film storico che riporta alla luce l'assedio di Vienna del 12 settembre 1683 ed altre vicende più recenti.
Diotisalvi Perin


CONEGLIANO E ODERZO, LOCATION DEL FILM DI MARTINELLI

Il regista lombardo inizierà le riprese per raccontare le vicende del frate Marco d’Aviano nell'estate del 2011

CONEGLIANO - Sarà un kolossal da 12 milioni di Euro e verrà girato tra Veneto, Friuli, Austria e Polonia: parliamo del film sulla vita del frate friulano Marco d’Aviano, diretto da Renzo Martinelli e sceneggiato dal regista stesso e Valerio Massimo Manfredi. Sarà coprodotto da Rai fiction, Rai cinema e Ministero e Tv Polacca.

Il 5 maggio, presso il Museo del Piave 'Vincenzo Colognese", è avvenuto un incontro tra il regista Renzo Martinelli e l’imprenditore (e presidente del museo) Diotisalvi Perin, proprio con lo scopo di presentare il progetto esecutivo del film, le cui riprese dovrebbero iniziare nell'estate 2011.

Verrà girato interamente in lingua inglese per essere distribuito in tutto il mondo, e doppiato in italiano, come precisato in un altro incontro tra Martinelli, il Presidente della Regione Friuli e il Presidente del Consiglio Regionale.

L’ uscita nelle sale cinematografiche è prevista nei primi mesi del 2013 con il titolo «September eleven 1683. Fu in quel giorno che Padre Marco d'Aviano, al secolo Carlo Domenico Cristofori, carismatico predicatore, diplomatico ed eroe, con la sua fede condusse gli eserciti cristiani della “Lega Santa” nella decisiva battaglia che respinse l'assedio ottomano a Vienna. Quest’impresa valse a padre Marco D’Aviano l’appellativo di Salvatore d’Europa. Mete dei suoi viaggi furono in questi anni la Germania, la Francia, il Belgio, l'Olanda, la Svizzera, la Boemia e l'Austria dove la sua fama divenne talmente vasta, grazie ai suoi numerosi miracoli, che lo stesso Papa Innocenzo XI definì padre Marco ’il taumaturgo del secolo’.

Scrive il superiore dei certosini al transito di Marco d’Aviano per la Baviera nel 1681: “Se lo stesso imperatore venisse ad Augusta accompagnato da altri tre re, non credo che sarebbe accorsa tanta gente come alla venuta di padre Marco”. Nel 1699 affronta un ultimo viaggio a Vienna ma il 13 agosto muore, assistito dall'imperatore Leopoldo I di cui fu amico e padre spirituale.  Dopo solenni funerali, il suo corpo trova riposo definitivo (1703) nella cripta dei Cappuccini di Vienna, accanto alle tombe imperiali.

Il 27 aprile 2003, Papa Giovanni Paolo II lo proclama beato. Viste le analogie con l’ attuale situazione politica internazionale, Martinelli avrebbe in serbo una mossa clamorosa; comprerà una pagina intera di “Variety International”, punto di riferimento indiscusso del mondo di celluloide per scriverci: 11 settembre 1683 attacco musulmano a Vienna (Maometto IV la chiamava “la mela d’oro”); 11 settembre 2001 attacco alle Torri Gemelle (la “Grande Mela”).

Marco d’Aviano, il film! Oltreoceano difficilmente rimarranno indifferenti a quest’analogia. Anche perché si sta deliniando un cast stellare, in gran parte a stelle e striscie: Adrien Brody (premio Oscar per il film Il pianista), F. Murray Abraham (Oscar per Amadeus, celeberrimo anche per Scarface e al quarto film consecutivo con Martinelli), Harvey Keitel (Taxi driver), Paul Sorvino (Quei bravi ragazzi), Tamer Hassan e Ghassan Massoud.

Il cineasta lombardo conferma di essere regista controcorrente che predilige temi e personaggi storici tanto importanti quanto misconosciuti: basti ricordare i suoi precedenti lavori quali Porzus (di cui la RAI ha acquistato i diritti salvo non mandarlo mai in onda), Vajont - La diga del disonore, Piazza della cinque lune, Il mercante di Pietre, Carnera: The Walking Mountain e Barbarossa. Martinelli ebbe modo di conoscere la storia di Marco d'Aviano da Diotisalvi Perin che gli donò il libro "Mezzaluna e Croce - Marco d'Aviano e la salvezza d'Europa" (scritto dal viennese Erich Feigl) il 7 Ottobre 2001, in occasione della proiezione in anteprima del film sulla tragedia del Vajont. E’ lo stesso regista a ricordare l’episodio: “Avevamo programmato la proiezione del film Vajont sulla pancia della diga, investendo ingenti risorse finanziarie.

Ma il 7 ottobre 2001, giorno precedente l'anteprima, pioveva a dirotto; la mattina dell'8 anche. Allora veniamo avvicinati da un imprenditore trevigiano, Perin che ci dice: "Non preoccupatevi, abbiamo pregato Marco d'Aviano". Due ore dopo vediamo un occhiolino d'azzurro aprirsi nel cielo e allargarsi velocemente. Per farla breve: abbiamo fatto cinque proiezioni (in cinque giorni), con migliaia di persone sedute su comode sedie sopra la frana e sotto un cielo stellato con temperatura mite".

Tra le location in cui verrannò ambientate delle scene sono previste, tra le altre, Conegliano e Oderzo, nell’ex convento dove risiedette tra 1674 e 1675 il beato Marco, oggi proprietà della famiglia Stefanel. Per meglio ricordare la figura di Padre Marco d’Aviano, il salvatore dell’Europa Cristiana, è stato organizzato nei scorsi giorni un convegno in cui sono intervenuti Don Brunone De Toffol, parroco di Trichiana e coordinatore del “Comitato padre Marco” per la Diocesi di Vittorio Veneto, il parroco ed il Sindaco di Fontanelle, che ha patrocinato l’iniziativa, don Floriano Abramowich e Diotisalvi Perin.

Andrea Catra
Tratto da "Oggi Treviso"



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