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La cavalcata di Rommel

La cavalcata di Rommel  

Erwin Rommel e il battaglione di montagna del Wuttemberg di Caporetto del Grappa       


La seconda edizione di un libro è come la nascita di un altro figlio. Essa significa
la vitalità e la proiezione nel futuro. Le sue pagine hanno il cuore nel passato e il cervello nell’avvenire. I protagonisti non sono ombre pettinate.
       Non è facile scrivere un libro. La scrittura è sempre un’ esperienza di trasloco.
Qualcosa di nuovo risalta sempre.Potrebbe, per esempio, derivare la convinzione che gli
avversari, contrariamente a quando ci è spesso insegnato, non sono necessariamente
nemici e questo sarebbe un progresso.
       Non esiste soltanto lo spazio della memoria , ma anche il rigore della ricerca.Il primo può essere stravolto,il secondo no. Il concetto incipriato della retorica sulla Grande Guerra è spesso ancora una protesi della fantasia .La scuola e la stampa non hanno fatto abbastanza per rimuoverla. Alcune visioni sono tuttavia come spilli,immagini di provvisorietà destinate ad essere continuamente spostate dalla posizione iniziale.
       Questo libro insiste sull’unico aspetto della Grande Guerra. Essa fu un dramma
comune di vincitori e vinti,e di noi stessi con loro.
        La lettura di questo lavoro ci convince che a noi superstiti competono dei doveri.
        Da questo volume deriva un messaggio: che intelligenza è mai quella che rinfaccia
ostilmente o come un insulto situazioni oramai cessate o dimesse? “Persona” in latino vuol
dire “maschera”. Per quanti hanno voluto questa pubblicazione, “ persona” significa invece        “individuo umano” senza distinzione di sorta.

Nerio de Carlo
   


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